domenica 27 settembre 2009

Chiesa Cattolica e Le autorità della Chiesa

Quando sento tanti italiani a parlare di Chiesa Cattolica, mi pare che esista un vero e proprio spirito anticlericale. Però, poi, ascoltandoli più a lungo si riesce ad individuare che esistono degli spazi di tolleranza in questo anticlericalismo: riconoscono le virtù di alcuni, il lavoro sociale svolto dalla Caritas, per esempio, addirittura elogiano qualche prete o suore che ha dato la vita per il prossimo.

Se ancora con pazienza continui ad ascoltarli, vedi che esiste un rapporto difficile con la istituzione ecclesiastica a causa dei privilegi della Chiesa Cattolica in Italia, dalle decisioni del papa sull'omosessualità, famiglia, eutanasia, aborto e cellula staminale...

Cosi si arriva alla conclusione che esistono di fatto delle persone che sono anticlericali in Italia come in qualsiasi parte del mondo, ma la gran maggioranza degli italiani che si presentono come tali sono in realtà antivaticanisti oppure anti papali.

E qui ci troviamo davanti a una distinzione fondamentale. Essere cattolico, non significa essere d’accordo a tutto che il papa dice o definisce nemmeno significa accogliere di modo acritico i pronunciamenti delle autorità religiosa.

Basta ricordare l’episodio biblico molto suggestivo di Pietro e Paolo. Pietro (il primo papa) aveva adottato un atteggiamento dubbioso davanti ai pagani che si erano convertiti al cristianesimo. In un primo momento aveva convissuto con loro, accolto la loro fede, ma quando sono arrivati i membri cristiani più radicali proveniente dal giudaismo, ha cambiato atteggiamento e ha cominciato ad evitare addirittura di condividere il tavolo con i pagani. Paolo secondo la lettera ai galati, cap 2, 11, afferma:

“Quando però venne Pietro ad Antiochia, mi opposi a lui affrontandolo direttamente a viso aperto, perché si era messo dalla parte del torto”.

Cosi, come Paolo, non sono d’accordo con tutto ciò che è insegnato in nome della Chiesa Cattolica, sono sempre attento nei miei discorsi e omelie ad usare l’espressione “ la chiesa dice” e nella maggioranza dei casi preferisco “le autorità della Chiesa dicono”. Ritengo che essere cattolico significa essere qualcosa che va al di là dei discorsi delle autorità religiose che possono “stare dalla parte del torto”.

Secondo me essere cattolico significa credere nel Vangelo di Cristo e credere che molto della eredità di Cristo rimane nella istituzione cattolica, è ammirare la sua storia, le sue tradizioni, è portare nel cuore l’esempio di tante persone anche fuori dagli schemi hanno custodito questo patrimonio. Significa rispettare l’autorità religiosa, ma non esserli sottomessi, sapendo che tra i dodici di ieri come tra i tanti papi, cardinali, vescovi e preti come me, esiste il coraggio di Paolo, ma il tradimento di Pietro, l’amore di un Giovanni e la malvagità di un Giuda.

Significa, infine, credere che essere cattolico non è essere “papolatri”, ma essere cristiani e che esso non si chiude nella Chiesa Cattolica, neanche è proprietà esclusiva di nessuno.

mercoledì 23 settembre 2009

Dire la verità è espressione della Carità

"Difendere la verità, proporla con umiltà e convinzione e testimoniarla nella vita sono pertanto forme esigenti e insostituibile di carità" (Benedetto XVI - Caritas in Veritate, n. 1).

Interessante come nella Chiesa Cattolica delle frasi che potrebbero far strada a un mondo più giusto e tollerante sono usate di modo unilaterale. Le gerarchie della mia Chiesa hanno una faccia doppia: quella che annuncia all'esterno cosa il mondo deve fare (accogliere la verità, rispettarla) e quella all'interno dove non esistono i diritti fondamentali dell'essere umano tra i quali la libera espressione.

Sotto la scusa di che se sei in Chiesa sei come in un club dove perché sei entrato devi rispettare tutte le regole e decisioni degli altri altrimenti devi uscire, non si riconosce un diritto fondamentale che è quello della cittadinanza ecclesiale. Se la Chiesa appartiene a Cristo, tutti noi, con i nostri tradizionalismi o progressismi abbiamo il DIRITTO di pensare e di interpretare il messaggio di Cristo che si presta benissimo al dibattito e alla libera espressione perchè per una scelta personale, Cristo non ha lasciato nessun trattato, costituzione e decreti.

lunedì 21 settembre 2009

"Senza la distanza dell'alterità non c'è spazio per l'unità nell'amore, ma solo per l'assorbimento, per la fusione. Solo tra diversi la comunione fraterna ha sapore, manifesta la libertà dei figli di Dio suscitata dallo Spirito santo, che custodisce la diversità senza discriminazioni, crea l'unità senza uniformare" (Enzo Bianchi)

domenica 13 settembre 2009

Chiesa e AIDS

"Con tutto ciò posso anche essere d'accordo con chi ritiene che l'uso del preservativo all'interno del matrimonio, se uno dei partner è sieropositivo, sia il male minore (minus malum) o che esso sia giustificato se usato per ragioni terapeutiche" (Cardinale Walter Casper, in: KASPER, W. & DECKERS, D., Al Cuore della fede, le tappe di una vita, Roma 2009, p. 115)

martedì 8 settembre 2009

"Se amare il papa significa venerarlo, dargli il consiglio che un vescovo gli può dare, fare la sua volontà, io sono stato e sarò sempre con il papa. Ma se venerare il papa vuol dire osannarlo con telegrammi o applausi e non dirgli mai la verità, allora io penso che questo voglia dire non amare il papa, ma recargli solo danno"
Mons. Salvatore Baldassarri (1907-1982), arcivescovo di Ravenna
(G. Zizola, "Viene un supervescovo ed io dovrei forse tacere?", in: Il Giorno, 18 febbraio 1970)

domenica 6 settembre 2009


Semplicemente geniale!!!!!!! (vale la pena leggere la rifflessione in: http://www.gioba.it/?p=566)

mercoledì 2 settembre 2009

Perchè sono prete nella Chiesa Cattolica?

Ogni tanto quando manifesto il mio pensiero che va, per alcuni versi, in senso contrario a quello delle autorità ecclesiastiche, subito ascolto la domanda: "E perché non lasci la Chiesa Cattolica?" Anch'io diverse volte mi sono proposto la stessa questione.

La risposta più ovvia viene dal fatto che questa è la stessa domanda imposta dai diversi dittatori della storia a coloro che si opponevano ai suoi progetti e pensieri: se sei insoddisfatto, perché non te ne vai?. Tutti i regimi totalitari sono basati sull'idea dell'uniformità del pensiero e di opinioni. Dalla corte di Luigi XIV dove il cardinale Richelieu difendeva l'unità di Francia sull'idea di "un re e una fede", ai regimi totalitaristi dei nostri giorni.

L'opposizione è vista come forza che minaccia l'unità, il dissenso è definito come pericolo e la libertà di essere diverso è classificata come reato. Per i potere assolutisti e dittatoriale tutto è loro proprietà personali e esiste soltanto una via per quelli che pensano di un modo diverso: quella della uscita. Normalmente il dissenso è visto come atto di odio, sacrilegio, tradimento e come se l'unico modo di amare qualcuno o qualcosa sia essere totalmente uniformi.

La Chiesa, però, non è un regno del papa, proprietà dei cardinali, neanche dominio dei preti come me. La Chiesa è più grande: è la comunità di coloro che seguono Gesù e cercano di seguire i suoi insegnamenti. Al suo interno esiste l'istituzione che deve gestire questa grande famiglia, mai un dominio o proprietà esclusiva. E come in qualsiasi famiglia, però, esistono modi diversi di pensare, dove si può amare perdutamente i genitori, ma non essere assolutamente d'accordo con loro, dove discutere, parlare, e dire la nostra fa parte del menu giornaliero come la pasta o i dolci.

Naturalmente, esiste un qualcosa che sta alla base del nostro essere cattolici, qualcosa che ci accomuna e questo elemento basico è il Vangelo, sono i dogmi che condividiamo (ma non le loro interpretazioni tendenziose), è il patrimonio della nostra fede. Oltre a tutto questo esiste un oceano di cose che possiamo essere contrari e questa diversità è una vera e propria ricchezza.

Nel mondo bipolare sembra esistere soltanto due strade: contro o favorevole, destra o sinistra, bianco o nero. Esattamente perché credo che la vita va oltre, esistono innumerevoli modi di essere cattolici. Nessuno è meglio dell'altro, nessuno ama la Chiesa più dagli altri, tutti siamo fratelli pure con le nostre vedute diverse. Cosi ha voluto lo stesso Gesù che ha chiamato i suoi apostoli unendo le antitesi e facendo convivere la diversità. Probabilmente a causa di questo, Cristo non ha parlato su tutti gli argomenti, non ha scritto nessun libro, non ha definito tutto, non ha dichiarato qualcosa come "verità inegoziabile" , esattamente per permettere ai suoi seguaci la capacità di scoprire strada facendo la via giusta.

Purtroppo nella nostra struttura attuale di Chiesa esistono soltanto due vie per i cattolici del dissenso: parli apertamente e sei osteggiato, screditato o cacciato via dalle strutture o cerchi di pensare di modo diverso e agire nel silenzio. Ho scelto la seconda strada, perché credo che cosi come un regime non ha il diritto di cacciare via gli oppositori perché sono i suoi cittadini, credo in questa cittadinanza cattolica che nessuno può togliermi. So e resto cattolico apostolico romano perché credo che ho il diritto di esserlo. uscire dalla Chiesa per me sarebbe come riconoscere che il sogno di Gesù è una proprietà di qualcuno e che a causa di questo, se non sono d'accordo con il proprietario di turno, devo andarmene.


Chi sono….

Benvenuti al blog "Chiesa del Silenzio". Sono sacerdote cattolico romano, straniero e residente a Roma, presento in questo blog una serie di pensieri che parlano di quest'altro lato della Chiesa Cattolica, nascosta dalla maggiore parte dei fedeli, che è la Chiesa che pensa, crede nella libertà di espressione, difende un maggiore dialogo con il mondo moderno.

In genere quando ascoltiamo i pronunciamenti di alcuni vertici della Chiesa, pensiamo che il mondo cattolico sia un blocco monolitico dove tutti sono d'accordo con quello che dicono e pensano le autorità ecclesiastiche, quando invece ci sono in tanti: cardinali, vescovi, preti, diaconi, seminaristi, religiosi e laici, tanti laici, che amano la Chiesa ma non sono d'accordo con alcune linee di pensiero dell'attuale magistero ecclesiastico.

La nostra è una Chiesa del Silenzio, esattamente perchè non parliamo apertamente ma viviamo il nostro essere cristiano tra l'amore per questa Chiesa che c'impedisce di lasciarla, il desiderio di rinnovarla e l'impossibilità di esprimerci. Qualcuno può chiamarci di ipocriti, altri di incoerenti, alcuni ci definiscono traditori e qualcuno accentua che siamo la piaga della Chiesa.

In questo piccolo spazio del universo informatico vogliamo parlare sui nostri punti di vista, portare alla luce tante persone che l'ha pensavano di un modo diverso e non erano meno cristiani degli altri. Siamo cattolici, non perché vediamo la Chiesa come una multinazionale sparsa nel mondo, ma come questa universalità che accoglie tutti e che nel incontro/scontro trova la strada giusta, quella disegnata dal Signore.