domenica 11 aprile 2010

Chiesa e Pedofilia

Ho appena letto sui giornali che la Santa Sede ha deciso la linea di reazioni della Chiesa davanti agli abusi contro i bambini:
1) Proteggere a tutti i costi il Papa, sempre negando qualsiasi coinvolgimento nei casi e difendendolo soprattutto se accusato di insabiare le inchieste;
2) Prendere distanza dei vescovi (è sempre colpa loro, pure se sono stati nominati dal papa) e più distanza ancora dei preti pedofili, veri disgraziati abbandonati a se stessi;
3) Vittimizzare il papa nel senso di definire qualsiasi accusa rivolta contro di lui come persecuzione e martirio.
Adesso hanno convocato un raduno speciale dei cardinali per manifestare solidarietà al papa. Sinceramente sono prete cattolico ma mi vergogno dei vertici della mia Chiesa! Perchè invece di difendere il papa non si pensa in:
1) Creare mecanismi di collaborazione con la giustizia per andare fondo nei casi e salvare i bambini;
2) Creare programmi di acompagnamento dei preti o religiosi pedofili di modo che umanamente tuttelati dalla giustizia civile possono affrontare questa terribile realtà;
3) Perchè invece di un raduno per salvare l'istituzione non si riuniscono i cardinali per salvare i bambini????
Triste Chiesa, triste realtà........

martedì 30 marzo 2010

Lo scisma...vi raccomando

Finita la lettura del libro di Riccardo Chiaberge, "Lo scisma, cattolici senza papa", pubblicato nel 2009, dove l'autore è riuscito a raccogliere sementi di speranza in mezzo alla Chiesa Cattolica che per alcuni aspetti sembra immobile, medievale e anti-vaticano II. Percorrendo diverse esperienze concrete, con testimonianze piene di umanità, Chiaberge riesce a seguire le traccie dell'azione dello Spirito Santo suscita persone con diverso modo di vedere la realità e applicare le scelte della coscienza senza per questo ritenersi fuori della Chiesa.

domenica 27 settembre 2009

Chiesa Cattolica e Le autorità della Chiesa

Quando sento tanti italiani a parlare di Chiesa Cattolica, mi pare che esista un vero e proprio spirito anticlericale. Però, poi, ascoltandoli più a lungo si riesce ad individuare che esistono degli spazi di tolleranza in questo anticlericalismo: riconoscono le virtù di alcuni, il lavoro sociale svolto dalla Caritas, per esempio, addirittura elogiano qualche prete o suore che ha dato la vita per il prossimo.

Se ancora con pazienza continui ad ascoltarli, vedi che esiste un rapporto difficile con la istituzione ecclesiastica a causa dei privilegi della Chiesa Cattolica in Italia, dalle decisioni del papa sull'omosessualità, famiglia, eutanasia, aborto e cellula staminale...

Cosi si arriva alla conclusione che esistono di fatto delle persone che sono anticlericali in Italia come in qualsiasi parte del mondo, ma la gran maggioranza degli italiani che si presentono come tali sono in realtà antivaticanisti oppure anti papali.

E qui ci troviamo davanti a una distinzione fondamentale. Essere cattolico, non significa essere d’accordo a tutto che il papa dice o definisce nemmeno significa accogliere di modo acritico i pronunciamenti delle autorità religiosa.

Basta ricordare l’episodio biblico molto suggestivo di Pietro e Paolo. Pietro (il primo papa) aveva adottato un atteggiamento dubbioso davanti ai pagani che si erano convertiti al cristianesimo. In un primo momento aveva convissuto con loro, accolto la loro fede, ma quando sono arrivati i membri cristiani più radicali proveniente dal giudaismo, ha cambiato atteggiamento e ha cominciato ad evitare addirittura di condividere il tavolo con i pagani. Paolo secondo la lettera ai galati, cap 2, 11, afferma:

“Quando però venne Pietro ad Antiochia, mi opposi a lui affrontandolo direttamente a viso aperto, perché si era messo dalla parte del torto”.

Cosi, come Paolo, non sono d’accordo con tutto ciò che è insegnato in nome della Chiesa Cattolica, sono sempre attento nei miei discorsi e omelie ad usare l’espressione “ la chiesa dice” e nella maggioranza dei casi preferisco “le autorità della Chiesa dicono”. Ritengo che essere cattolico significa essere qualcosa che va al di là dei discorsi delle autorità religiose che possono “stare dalla parte del torto”.

Secondo me essere cattolico significa credere nel Vangelo di Cristo e credere che molto della eredità di Cristo rimane nella istituzione cattolica, è ammirare la sua storia, le sue tradizioni, è portare nel cuore l’esempio di tante persone anche fuori dagli schemi hanno custodito questo patrimonio. Significa rispettare l’autorità religiosa, ma non esserli sottomessi, sapendo che tra i dodici di ieri come tra i tanti papi, cardinali, vescovi e preti come me, esiste il coraggio di Paolo, ma il tradimento di Pietro, l’amore di un Giovanni e la malvagità di un Giuda.

Significa, infine, credere che essere cattolico non è essere “papolatri”, ma essere cristiani e che esso non si chiude nella Chiesa Cattolica, neanche è proprietà esclusiva di nessuno.

mercoledì 23 settembre 2009

Dire la verità è espressione della Carità

"Difendere la verità, proporla con umiltà e convinzione e testimoniarla nella vita sono pertanto forme esigenti e insostituibile di carità" (Benedetto XVI - Caritas in Veritate, n. 1).

Interessante come nella Chiesa Cattolica delle frasi che potrebbero far strada a un mondo più giusto e tollerante sono usate di modo unilaterale. Le gerarchie della mia Chiesa hanno una faccia doppia: quella che annuncia all'esterno cosa il mondo deve fare (accogliere la verità, rispettarla) e quella all'interno dove non esistono i diritti fondamentali dell'essere umano tra i quali la libera espressione.

Sotto la scusa di che se sei in Chiesa sei come in un club dove perché sei entrato devi rispettare tutte le regole e decisioni degli altri altrimenti devi uscire, non si riconosce un diritto fondamentale che è quello della cittadinanza ecclesiale. Se la Chiesa appartiene a Cristo, tutti noi, con i nostri tradizionalismi o progressismi abbiamo il DIRITTO di pensare e di interpretare il messaggio di Cristo che si presta benissimo al dibattito e alla libera espressione perchè per una scelta personale, Cristo non ha lasciato nessun trattato, costituzione e decreti.

lunedì 21 settembre 2009

"Senza la distanza dell'alterità non c'è spazio per l'unità nell'amore, ma solo per l'assorbimento, per la fusione. Solo tra diversi la comunione fraterna ha sapore, manifesta la libertà dei figli di Dio suscitata dallo Spirito santo, che custodisce la diversità senza discriminazioni, crea l'unità senza uniformare" (Enzo Bianchi)

domenica 13 settembre 2009

Chiesa e AIDS

"Con tutto ciò posso anche essere d'accordo con chi ritiene che l'uso del preservativo all'interno del matrimonio, se uno dei partner è sieropositivo, sia il male minore (minus malum) o che esso sia giustificato se usato per ragioni terapeutiche" (Cardinale Walter Casper, in: KASPER, W. & DECKERS, D., Al Cuore della fede, le tappe di una vita, Roma 2009, p. 115)

martedì 8 settembre 2009

"Se amare il papa significa venerarlo, dargli il consiglio che un vescovo gli può dare, fare la sua volontà, io sono stato e sarò sempre con il papa. Ma se venerare il papa vuol dire osannarlo con telegrammi o applausi e non dirgli mai la verità, allora io penso che questo voglia dire non amare il papa, ma recargli solo danno"
Mons. Salvatore Baldassarri (1907-1982), arcivescovo di Ravenna
(G. Zizola, "Viene un supervescovo ed io dovrei forse tacere?", in: Il Giorno, 18 febbraio 1970)